I contratti di programma tra l’ENAC e le società di gestione degli aeroporti.

Ludovica Falzini – Studio legale Limardi

Nell’aprile u.s., l’ENAC, esercitando il proprio potere di vigilanza e controllo sulle società di gestione aeroportuale, ha annunciato la programmazione di una serie di incontri con i gestori aeroportuali allo scopo di verificare sia lo stato dei piani di investimento e della realizzazione di infrastrutture, sia gli adempimenti relativi ai contratti di programma.

Com’è noto, attraverso i contratti di programma (di regola della durata di quattro anni), stipulati tra l’ENAC e i gestori aeroportuali, sono disciplinati la realizzazione del piano di investimenti, il rispetto degli obiettivi di qualità e di tutela ambientale, nonché il profilo tariffario.

I contratti di programma dei tre aeroporti principali: Roma, Milano e Venezia sono detti “in deroga” e hanno la durata di dieci anni (suddivisi in due sottoperiodi).

Per quanto attiene la regolazione economica dei profili tariffari, essa è attualmente affidata, per la maggioranza dei gestori, all’Autorità dei Trasporti, con esclusione dei tre sistemi aeroportuali principali (Roma, Milano, Venezia) su cui l’ENAC è rimasta competente anche per la regolazione economica.

Con il Contratto di programma vengono delineati gli impegni che la società di gestione assume al fine di assicurare lo sviluppo e il mantenimento delle infrastrutture dell’aeroporto e per mantenere adeguati livelli dei servizi aeroportuali in coerenza con le direttive ENAC.

I gestori aeroportuali presentano all’ENAC in dettaglio i piani di investimenti previsti, con l’indicazione delle modalità e dei costi.

Nel programma si tiene conto di vari fattori quali: le previsioni del traffico dei passeggeri, gli interventi di manutenzione straordinaria previsti dall’innalzamento dei livelli qualitativi e di tutela ambientale.

Il contratto di programma comprende anche:

-il piano quadriennale degli interventi, che individua gli interventi di ammodernamento/sviluppo delle infrastrutture aeroportuali;

-il piano della qualità, con cui il gestore aeroportuale si impegna al miglioramento degli standard di qualità del servizio,

-il piano di tutela ambientale, che prevede il miglioramento degli obiettivi di tutela ambientale;

-il piano economico e finanziario.

La società di gestione è tenuta a svolgere una consultazione annuale volta al confronto con l’utenza aeroportuale ed a trasmettere all’ENAC gli esiti dell’avvenuta consultazione.

L’ENAC, durante i quattro anni di durata del contratto, effettua verifiche sullo stato di avanzamento dei progetti sopra indicati, sui costi degli stessi, su eventuali interventi urgenti e sul rispetto degli obiettivi delineati nel Contratto.

I poteri dell’ENAC discendono anzitutto dall’art. 687 del Codice della Navigazione, come modificato dal d.lgs. 9 maggio 2005, n. 96, che dispone:

“L’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAC), nel rispetto dei poteri di indirizzo del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, nonché fatte salve le competenze specifiche degli altri enti aeronautici, agisce come unica autorità di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell’aviazione civile, mediante le proprie strutture centrali e periferiche, e cura la presenza e l’applicazione di sistemi di qualità aeronautica rispondenti ai regolamenti comunitari.”

I compiti dell’ENAC in tale contesto sono stati ulteriormente chiariti dall’ente stesso, nel comunicato stampa n. 111/2015, diffuso nell’agosto 2015, in cui si legge:

Fino al 2014 …” l’ENAC “… ha avuto anche compiti istruttori sulla definizione degli aspetti tariffari del singolo aeroporto tramite i contratti di programma da approvarsi da parte degli organi vigilanti. L’ENAC, inoltre, anche prima dei contratti di programma ha avuto con un ruolo primario ed esclusivo, sempre attuato dall’Ente, per gli investimenti connessi con la sicurezza del volo. Ad oggi la competenza tariffaria è stata ricollocata nell’ambito delle funzioni precipue dell’Autorità dei Trasporti, permanendo ad ENAC la funzione di approvazione e vigilanza sui piani di investimento degli aeroporti.”

L’ENAC, inoltre, in caso di mancato rispetto dei contratti di programma e dei piani di investimento, può applicare sanzioni che vanno dalle sanzioni amministrative, sino alla proposta di decadenza dalla concessione.

In particolare, in caso di inadempimento degli obblighi da parte del gestore, l’ENAC contesta le violazioni riscontrate alla società di gestione, la quale, entro un termine breve, può replicare proponendo alcune misure o azioni correttive. Sulle azioni riparatrici dovrà, comunque, esprimersi l’ENAC, che potrà approvarle ovvero proporne altre. Si instaura in questo modo un dialogo tra il gestore e l’Autorità, al fine di trovare un accordo. Soltanto nel caso in cui il gestore non ottemperi, e rimanga quindi inadempiente, l’ENAC potrà ingiungere il gestore al pagamento delle penali. Le sanzioni pecuniarie, non potranno in ogni caso superare il 2% del ricavato totale annuo della società.

La più grave sanzione della revoca della concessione alla società di gestione può essere applicata esclusivamente in caso di accertata mancata realizzazione di uno o più investimenti “significativi” previsti dal contratto di programma e solo per cause dovute a inerzia oppure a fatto imputabile alla società.

In ogni caso, l’ENAC è tenuta a comunicare al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti l’eventuale applicazione delle sanzioni.

L’azione di puntuale verifica e monitoraggio dell’attuazione dei piani di investimento da parte dell’ENAC diventa sempre più rilevante dal momento che il traffico dei passeggeri negli aeroporti italiani è in costante aumento. A partire dal 2014 si è registrato un trend positivo di crescita, confermato anche nel 2015, periodo in cui il traffico dei passeggeri è aumentato del 4,5 %, corrispondenti a quasi 7 milioni di passeggeri in più rispetto all’anno precedente.

L’aumento dei passeggeri e del traffico di aeromobili nei nostri aeroporti rende necessari nuovi investimenti al fine di garantire la sicurezza e l’efficienza delle strutture aeroportuali, adeguandole alle nuove accresciute esigenze di transito.

Come si legge nel comunicato ENAC n. 88/2015: “L’obiettivo … è quello di puntare, al più presto, al potenziamento degli investimenti in ambito aeroportuale da parte dei concessionari e, in particolare, di quelli a carico della finanza privata con ricorso al mercato di capitali”.

Tale obiettivo acquista ancora più rilievo attesa la circostanza che il 2016 sarà un anno cruciale per il sistema degli aeroporti italiani, in quanto, da un lato si chiuderà la prima parte dei contratti di programma dei maggiori scali, dall’altra verranno sottoscritte le nuove convenzioni degli altri aeroporti.